Quando il credito R&S non basta: la verità che ha fatto cambiare rotta a un imprenditore industriale del Centro Italia

Non sempre conviene. Ma sapere “perché” può farti riflettere sul modello di business

Se ti dicessero che il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo non conviene alla tua impresa, ci crederesti?

È quello che è successo a un imprenditore del Centro Italia, fondatore di una promettente startup industriale ad alto contenuto tecnologico. Aveva tutti i requisiti: spese per personale altamente qualificato, consulenze specialistiche, perfino un brevetto depositato. Eppure, quando è arrivato il momento della verità, i numeri hanno parlato chiaro.

Ma invece di fermarsi alla delusione, ha colto l’occasione per guardare il suo business da un’altra prospettiva. E ha capito che il vero valore della consulenza R&S non era il credito d’imposta. Ma ciò che ha scoperto grazie all’analisi.

Questa è la sua storia. Potrebbe essere anche la tua.

Le spese ci sono, il brevetto pure, ma qualcosa non torna.

Il nostro protagonista è il giovane CEO di un’azienda innovativa che progetta e costruisce macchine industriali complesse, robotizzate e brevettate. Un prodotto di nicchia, pensato per sostituire manodopera specializzata sempre più difficile da reperire.

Dal 2022 ha investito tantissimo:

  • Personale interno tecnico specializzato, tutti under 30
  • Consulenze R&S con università e partner tecnologici
  • Brevetti e sviluppo prototipi

Insomma, tutti gli ingredienti per accedere al credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo.

Quando ci ha contattati, pensava fosse solo una questione di “fare domanda” e ottenere il beneficio fiscale.

Ma non è così semplice.

Il primo check: i numeri non mentono

La nostra direzione analisi ha svolto un check-up tecnico dei dati. Il risultato?

Sì, le spese c’erano. Ma il credito R&S si calcola solo su una parte di esse.

  • le consulenze esterne superano il limite del 20% previsto dalla normativa
  • L’incidenza della manodopera interna é più bassa del necessario
  • Il beneficio netto che l’imprenditore otterrebbe non giustifica i costi vivi della pratica (certificazione, asseverazione, consulenza): é troppo basso

In pratica: si rischia di lavorare tanto, per portare a casa poco.

E qui arriva il punto centrale di tutta la vicenda.

Fermarsi prima? O guardare più a fondo?

Molti imprenditori, di fronte a una simulazione poco conveniente, avrebbero chiuso il discorso lì.

Lui no.

Perché quel momento di dubbio contabile ha innescato una conversazione molto più profonda. Abbiamo guardato insieme i numeri dell’azienda nel loro insieme. Non solo ai fini R&S, ma per capire se ci fossero elementi che meritavano attenzione o… allarme.

Abbiamo scoperto che:

  • Il valore della produzione appariva sottodimensionato rispetto ai costi
  • Il bilancio disponibile era fermo al 2023 (per mancato aggiornamento nella banca dati)
  • L’azienda stava per uscire dallo status di startup innovativa (quindi con fine dei benefici e inizio della fallibilità)

E tutto questo, solo perché avevamo iniziato a “giocare coi numeri”.

Il valore nascosto di un’analisi gestionale

Da lì, la domanda è sorta spontanea:

“Non sarebbe forse più utile fare un’analisi gestionale completa, dal 2022 al 2025, per capire se esistono aree di criticità prima che sia troppo tardi?”

Ecco il passaggio chiave. Il momento in cui la richiesta di un incentivo si trasforma in una presa di consapevolezza strategica.

Questa azienda non aveva un problema fiscale.

Aveva un problema di prospettiva.

  • Pensava solo a quanto poteva ottenere, ma non a cosa rischiava.
  • Guardava al credito, ma non alla sostenibilità futura.
  • Aveva una crescita reale in atto, ma non ancora ben supportata dai numeri.

I veri vantaggi arrivano dopo

Nel confronto diretto, il CEO ha chiarito tutto:

  • Il valore della produzione del 2024 era in realtà il doppio rispetto a quanto emerso (500.000 €)
  • Il fatturato 2025 previsto è 1,5 milioni
  • Le prime vendite sono già state chiuse, con tre clienti importanti
  • Esiste un piano industriale chiaro, con strategia, sviluppo e roadmap
  • Il brevetto è personale, dato in licenza all’azienda, e unico in Europa

Risultato?

La fotografia iniziale non bastava. Bisogna attendere il 2026, e fare una pratica su base triennale (2023–2025), per avere un credito R&S significativo e giustificato.

La scelta saggia? Aspettare. E prepararsi, continuando a sviluppare, trovare clienti, fatturare, incassare e generare utili e cassa.

La conclusione condivisa è stata chiara e netta:

“Sospendiamo la pratica oggi. Ci aggiorniamo a marzo 2026. E nel frattempo, prepariamo una documentazione solida, con progetti, dati e numeri aggiornati.”

È la scelta che ogni imprenditore lungimirante farebbe. Perché non si tratta solo di soldi in tasca oggi, ma di solidità futura.

Questo imprenditore ha perso un’opportunità?

No. Ne ha guadagnata una più grande.

Ha ottenuto:

  • la conferma che le sue attività sono a tutti gli effetti R&S
  • un’analisi numerica che ha messo in luce potenziali fraintendimenti strategici
  • un confronto sulla sostenibilità e sulla visione a medio termine
  • una roadmap chiara per lavorare sul credito d’imposta in modo più efficace
  • la consapevolezza di quanto possa essere utile una analisi gestionale professionale, anche quando non è richiesta

E forse, soprattutto, ha trovato un alleato che non guarda solo ai numeri, ma alle persone che stanno dietro a quei numeri.

Se ti riconosci in questa storia, ascolta bene.

Non è detto che il credito R&S faccia per te.

Ma è obbligatorio capirlo. Prima che sia troppo tardi.

Se hai:

  • spese di personale per attività nuove, sperimentali, progettuali
  • investito in consulenze, prototipi, software, test
  • un prodotto innovativo, un processo originale, un brevetto
  • ma soprattutto, se non sai con certezza se tutto questo ti conviene o no

Allora è il momento di fare chiarezza.

Prima di procedere e spendere soldi. Fermati.

Fermati e chiediti:

“Quanto vale, per me, sapere oggi se ciò che sto facendo è davvero utile per il futuro dell’azienda?”

Perché a volte un NO al credito R&S è il più grande SÌ al tuo futuro.

Cosa puoi fare adesso?

Chiedi un check-up riservato.

Analizzeremo insieme:

  • le tue spese passate e presenti
  • i tuoi progetti e prototipi
  • i tuoi numeri, i tuoi margini, i tuoi rischi

E ti diremo se ha senso accedere al credito d’imposta R&S.

Oppure, se è meglio guardare altrove — come ha fatto il protagonista di questa storia.

Conclusione

Il credito R&S è uno strumento. Ma la vera forza è saperlo usare con consapevolezza.

E per farlo servono dati, visione e qualcuno che sappia guardare con te oltre il file Excel.

Contattaci e scopri cosa c’è dietro ai tuoi numeri.

Perché a volte il vero beneficio non è fiscale, è strategico.

Richiesta info Articoli Blog
Checkbox

Mettiti alla prova

Sai davvero quanto è solida la tua azienda?

Attraverso il nostro check-up interattivo potrai ottenere una valutazione chiara sullo stato di salute della tua impresa e individuare le aree su cui intervenire per rafforzare la gestione, migliorare la redditività e ridurre i rischi. Prendere decisioni senza dati affidabili significa lasciare spazio all’incertezza. Fai il check-up ora e scopri se la tua azienda ha le basi giuste per crescere in sicurezza.