Ci sono momenti nella vita in cui anche i più capaci finiscono in apnea e rischiano di rimanerci troppo.
Non perché abbiano smesso di lavorare, ma perché tutto si blocca: le banche chiudono i conti, l’Agenzia delle Entrate non lascia tregua, e ogni giorno arriva una nuova notifica che pesa come un macigno.
Sembra impossibile rialzarsi: ogni volta che ci provi e ti sembra di riuscirci, arriva una mazzata.
È la storia di un professionista, un geometra con oltre trent’anni di esperienza, che si è trovato prigioniero di un debito personale di centinaia di migliaia di euro. Un’eredità tossica lasciata da un vecchio fallimento aziendale, mai davvero chiuso, che negli anni è diventato un muro contro il quale sbatteva ogni tentativo di rinascita.
Quando anche lavorare diventa impossibile
Il punto di rottura è arrivato con un gesto tanto burocratico quanto devastante: la chiusura dei conti correnti. Prima le Poste, poi le banche online, poi gli istituti tradizionali. Tutti, uno dopo l’altro. Motivazione: troppi bonifici all’estero.
Ma lui non stava nascondendo nulla. Stava solo lavorando. Importava materiali e strutture dalla Germania per le sue costruzioni in legno ad alta efficienza energetica. Solo che il sistema non gli permetteva più di essere parte del sistema.
Segnalato in Centrale Rischi come “pregiudiziale”, veniva trattato come un cattivo pagatore anche quando cercava solo di riavviare la propria attività. Senza conti, senza credito, senza libertà finanziaria.
“Ti senti colpevole di qualcosa che hai già pagato da anni. Non puoi aprire un conto, non puoi incassare un pagamento. Non puoi vivere.”
Una fuga necessaria
A quel punto non ha avuto scelta: ha lasciato l’Italia. Parlava benissimo il tedesco, e questo gli ha permesso di trovare un punto d’appoggio in Germania, dove ha iniziato a collaborare con un’impresa di infissi e a rivendere prodotti italiani nel mercato austriaco e tedesco.
Una scelta non dettata dall’ambizione, ma dalla necessità di sopravvivere. Lontano dal suo Paese, dalla sua famiglia, dai suoi progetti. Un professionista italiano costretto a emigrare non per cercare fortuna, ma per fuggire da un passato che gli impediva di lavorare in regola.
Eppure, il suo sogno è rimasto sempre lo stesso:
“Voglio tornare in Italia, ma voglio farlo da uomo libero. Pulito. Con tutto in ordine.”
Quando il coraggio incontra la consapevolezza
Dopo anni di tentativi e delusioni, ha deciso di chiedere aiuto. Non per cercare soldi, ma per capire se esisteva una via legale per chiudere con il passato. È in quel momento che si è rivolto a noi.
Abbiamo ricostruito insieme ogni aspetto: il vecchio fallimento, le cartelle, i debiti con la Cassa professionale, le segnalazioni bancarie. Quello che ne è emerso era chiaro: oltre 360.000 euro di debiti complessivi tra Fisco, enti previdenziali e altri creditori; nessuna rateizzazione in corso; impossibilità di aprire conti e operare regolarmente in Italia.
Serviva una soluzione concreta, non un’altra promessa. E quella soluzione si chiama piano del consumatore, uno degli strumenti previsti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Il piano del consumatore: la legge che restituisce il diritto di vivere
Questo strumento consente a chi ha contratto debiti come persona fisica — non come impresa — di presentare all’Organismo di Composizione della Crisi un piano di rientro sostenibile basato sulle proprie reali possibilità.
Una volta approvato, il piano riduce in modo importante l’importo complessivo del debito, blocca tutte le azioni esecutive in corso e consente di ottenere l’esdebitazione definitiva al termine del periodo stabilito.
Nel suo caso, il progetto prevede una riduzione del debito estremamente significativa, col residuo pagabile in base al reddito effettivo. Il tutto entro la prossima primavera 2026, quando si prevede l’omologa finale da parte del tribunale.
Il percorso passo dopo passo
Il nostro team ha definito insieme a lui un percorso chiaro e concreto:
- Istanza protettiva per sospendere ogni azione dei creditori per 12 mesi.
- Analisi del cash flow per definire la reale capacità di rimborso.
- Redazione del piano del consumatore e asseverazione di un attestatore indipendente.
- Deposito in tribunale e omologa, che rende vincolante l’accordo con tutti i creditori, inclusa l’Agenzia delle Entrate.
In parallelo, abbiamo lavorato per costruire una base solida per il suo futuro professionale in Italia: riordino della posizione fiscale, visura aggiornata della società e strategia di reinserimento bancario.
Dalla paura alla fiducia
All’inizio, come molti, era scettico. Aveva già visto promesse non mantenute, contratti confusi e si portava dietro la delusione di chi ha dato fiducia alla persona sbagliata.
Per questo, come sempre, abbiamo impostato la collaborazione su trasparenza, obiettivi e risultati misurabili. Niente anticipo sproporzionato, niente clausole vessatorie: solo un piano con tappe precise e la garanzia di mettere a disposizione tutte le competenze e professionalità necessarie per raggiungere l’obiettivo.
Oggi la fiducia è tornata. Sta raccogliendo la documentazione necessaria, ha riavviato la sua attività e, soprattutto, ha smesso di vivere nella paura.
Una seconda vita possibile
Mentre la procedura avanza, lui lavora ai suoi progetti: case in legno, efficienza energetica, infissi italiani in Austria. Ma ogni giorno guarda verso un unico obiettivo: tornare stabilmente in Italia, da uomo libero.
Vuole farlo con un bilancio pulito, con i debiti chiusi, con la possibilità di riaprire un conto corrente a suo nome senza temere un blocco improvviso. Vuole riprendersi la sua vita, i suoi clienti e la sua dignità professionale. E oggi, grazie al percorso intrapreso, sa che è possibile.
La lezione più importante: la crisi non è una condanna
Ci sono due tipi di crisi: quella che distrugge e quella che trasforma. La differenza la fa la consapevolezza.
Molti professionisti vivono ancora intrappolati in debiti che non potranno mai estinguere, convinti che non ci sia alternativa se non convivere con la paura. Ma la verità è che una soluzione esiste.
Non per miracolo, ma perché la legge lo prevede.
Il piano del consumatore non è una scappatoia: è un percorso per chi ha i requisiti e vuole ripartire legalmente, senza più fuggire, senza più nascondersi.
E se fosse la tua storia?
Se anche tu vivi da anni con il peso dei debiti sulle spalle, se ogni volta che provi a fare un passo ti ritrovi bloccato da segnalazioni, pignoramenti o conti chiusi, sappi che non è finita.
Non serve scappare. Serve affrontare. Con metodo, con competenza, con qualcuno che conosce il percorso e sa dove porta.
Il primo passo non è pagare. È capire. Capire che la tua vita non deve rimanere in ostaggio di un debito.
Vuoi capire se anche tu puoi ripartire?
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