Superare i dubbi sul Credito d’Imposta R&S: un caso reale raccontato da vicino
È del tutto normale essere scettici quando si parla di incentivi fiscali. In fondo, per molte aziende il credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo sembra un terreno minato: tante promesse, pochi risultati concreti e, soprattutto, procedure complesse e controlli potenzialmente stressanti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Proprio per questo vogliamo raccontarti un caso reale, vissuto direttamente con un nostro cliente operante nel settore della progettazione, produzione e vendita di strumenti scientifici e analitici per laboratori, che dimostra come, con il giusto approccio, il credito R&S possa davvero diventare un potente strumento di crescita aziendale.
La diffidenza iniziale: una storia comune a molte imprese
Federica, la legale rappresentante dell’azienda cliente, aveva già avuto esperienze poco positive con altri consulenti. Ecco perché il nostro primo contatto con l’azienda è stato delicato e cruciale. Era fondamentale dimostrare subito trasparenza e competenza per abbattere le resistenze e i dubbi accumulati negli anni.
Abbiamo così deciso di partire da una pre-analisi chiara, dettagliata, ma soprattutto realistica. Nessun numero gonfiato, nessuna promessa irrealizzabile: solo fatti, calcoli precisi e scenari reali.
La pre-analisi: il primo passo per valutare concretamente l’opportunità
La nostra analisi iniziale ha dimostrato che il cliente poteva accedere al credito d’imposta per attività svolte negli anni 2019-2022. Considerando esclusivamente i costi della manodopera interna, senza nemmeno includere consulenti esterni o materiali utilizzati nei prototipi, il progetto complessivo valeva già oltre 330.000 €, traducibili in circa 97.268 € di credito d’imposta. Questo risultato ha colto di sorpresa la cliente, ma anche noi stessi: una cifra significativa raggiunta con un approccio prudente e conservativo.
Federica ha espresso subito una domanda legittima: “È giustificabile il credito d’imposta ottenuto solo con costi del personale interno, senza includere i professionisti esterni?” La risposta è sì. È importante chiarire che la normativa non impone necessariamente l’inserimento delle consulenze esterne se si raggiungono comunque i requisiti minimi di investimento con i costi del personale interno.
Innovazione e incertezza: gli ingredienti chiave per l’accesso al credito
Un altro aspetto cruciale affrontato durante la nostra call riguarda la natura stessa dei progetti ammessi al credito d’imposta. L’azienda aveva lavorato sulla revisione e modernizzazione dei propri strumenti scientifici e analitici, aggiornando software e componenti hardware per rispondere alle esigenze tecnologiche più recenti. Federica chiedeva se anche attività che non portano immediatamente a nuovi prodotti commercializzabili, o che si basano sul miglioramento incrementale di strumenti esistenti, potessero essere eleggibili.
La normativa parla chiaro: sono ammessi progetti che presentano un carattere innovativo e un’incertezza tecnica. Non importa se il progetto arrivi o meno alla commercializzazione immediata: quello che conta è l’investimento in attività di ricerca e sviluppo. Se, ad esempio, si sviluppa un prototipo innovativo che però non supera la fase di test, si ha comunque diritto al credito d’imposta.

Documentazione e controllo: nulla da temere, basta organizzarsi
Federica, comprensibilmente, ha voluto sapere di più sui controlli dell’Agenzia delle Entrate e sulla documentazione necessaria. Abbiamo spiegato con chiarezza il processo:
- La certificazione contabile rilasciata da un revisore ufficiale è il primo strumento che garantisce tranquillità, perché attesta formalmente che i costi dichiarati sono stati effettivamente sostenuti.
- La relazione tecnica di circa 50-60 pagine, elaborata da noi sulla base delle informazioni fornite dall’azienda, descrive minuziosamente l’attività svolta. Questa documentazione protegge ulteriormente l’impresa in caso di verifiche.
- Un’opzione ulteriore, non obbligatoria ma consigliata, è l’asseverazione tecnica di un professionista esterno iscritto al Ministero dello Sviluppo Economico, che rafforza ancora di più la posizione dell’azienda.
Il beneficio concreto: liquidità immediata per l’azienda
Perché tutto questo impegno? Il credito d’imposta R&S si traduce direttamente in liquidità aziendale, utilizzabile subito in compensazione con F24 per pagare tasse e contributi. Un vantaggio immediato che permette di liberare risorse finanziarie, da reinvestire in nuove attività, marketing, sviluppo della rete commerciale o nell’acquisto di nuovi macchinari.
Nel caso specifico di questo cliente, il beneficio complessivo, ancora senza aver incluso eventuali costi esterni, supera i 97.000 €. Una somma che l’azienda può cominciare a usare da subito.
Non solo teoria: come procediamo operativamente?
La nostra metodologia prevede:
- Un primo incontro per formalizzare l’incarico, definire costi e modalità operative.
- Raccolta dettagliata della documentazione (timesheet, fatture, materiali tecnici).
- Elaborazione dei calcoli definitivi e certificazione contabile.
- Consegna della documentazione tecnica completa pronta in caso di eventuali controlli.
E tutto questo con tempi rapidi: potenzialmente, in sole due settimane, il cliente potrà utilizzare il credito in compensazione già nella prossima scadenza fiscale.
Il credito d’imposta è anche per te?
Se anche tu hai avuto esperienze negative o dubbi sul credito d’imposta R&S, non lasciare che il passato ti privi di opportunità concrete di crescita. Con un metodo chiaro e trasparente, puoi ottenere risultati sorprendenti e benefici finanziari immediati.
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